Stage Nazionale Insegnanti UISP Discipline Orientali 2019

All’interno del programma dello stage segnaliamo l’appuntamento con il Maestro Ferdinando BALZARRO, nostro Maestro e grande amico che seguiamo da molti anni.

SABATO 23 NOVEMBRE A MODENA PALESTRA CORASSORI DALLE 14

KATA MEIKYO

E’ mia intenzione, sperando di far cosa gradita ai praticanti con una certa esperienza, prendere in esame il Kata Meikyo considerandolo da differenti punti di vista non prettamente esecutivi (anche perchè la parola scritta più di tanto non può aiutarci), bensì di considerazioni più strettamente concettuali (il termine “filosofici” mi pare sovradimensionato). Come già esposto recentemente inizio citando un assioma a mio giudizio fondamentale: “non esistono kata superiori ma modalità superiori di esecuzione”, ove per “modalità superiore di esecuzione”, intendo la realizzazione pratica di quel perfetto quasi misterioso amalgama formato dal “gesto tecnico”, dall’utilizzo del respiro, dal puntuale alternarsi di contrazione e decontrazione, dal preciso intento applicativo (kata come combattimento reale). Ecco quindi che un kata come quello in esame, considerato dai Maestri Shotokan tra i più “alti” e complessi, mentre ad un primo sommario esame potrebbe configurarsi addirittura elementare (si pensi alla partenza in kiba a cui segue un Gedambarai e relativo Oitzuki (lo stesso, a parte la direzione, presente nell’Heian Shodan) portato sia a sx che a dx. Ebbene, proprio questa apparentemente identica partenza tra il primo Heian e il Meikyo, dovrebbe farci scattare il primo importantissimo momento di riflessione. E’ evidente che il Gedambarai-Oitzuki che l’incipit del Meikyo impone, dovrà dimostrare una evoluta capacità di esprimere, durante quella “elementare” sequenza (nessun problema di coordinazione o pura espressione atletica), un tasso di tale potente efficienza che consenta di travalicare determinati confini fisici muscolari, atletici, ritmici e coreografici, per trascendere e sconfinare in zone profonde ove regnano insondabili “energie interne” che attendono solo di essere rivelate e, naturalmente, utilizzate. Mi rendo conto di toccare corde che a taluni potrebbero far arricciare il naso, d’altra parte non so darmi altra spiegazione del reiterato utilizzo del Gedambarai seguito dall’Oitzuki all’interno del Kata che si studia molto avanti del personale percorso di ognuno. In altre parole: o durante lo studio del Meikyo, pur eseguendo il medesimo passaggio, tentiamo (attraverso l’unico sistema a me noto, cioè tanto allenamento), di raggiungere livelli sorprendenti sul piano dell’efficacia, oppure ci troveremo costretti a restare imprigionati in un’azione di per se stessa penosamente scontata e quindi affatto inutile al progetto di progressivo inarrestabile “miglioramento”.

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